venerdì 29 dicembre 2006

il tempo di cartone


Passeggiava per New York senza una meta precisa, con la mente libera e gli occhi pieni. Niente di quel luogo gli era estraneo e persino il suo amico l'aveva notato. E nonostante tutto era la sua prima volta a New York.

Dalla casa ormai vuota, la bella casa della nonna, aveva portato via solo una foto marrone come il tempo e di cartone duro come una valigia. Sulla foto una dedica, "a Peppino...", nonno Giuseppe, morto il 26 dicembre molti anni prima della sua nascita. La foto veniva da 577 Bergenline Avenue, West New York, studio fotografico M. Maggio.

Fissava in bella distanza il colosso architettonico della AT&T, poi girò lo sguardo. Sul muro di una casa, preservata dal tempo, marrone come un cartone pressato, c'era una scritta che pubblicizzava chissà cosa. C'era scritto "Matera".
Voltandosi verso l'amico gli sorrideva dicendo: "Bene. Io sono arrivato".
Lui, a Matera, c'era nato e questo, anche il suo amico lo sapeva.

giovedì 28 dicembre 2006

l'ombra negli occhi del cane


La cagnetta aveva appena vissuto la sua ennesima gravidanza isterica.
In quei giorni in cui credeva di essere madre, aveva allattato, con preoccupazione paranoide, un giocattolo con cui aveva sempre giocato poco, una civetta con grandi occhi come i suoi.
Una notte mi aveva
svegliato in piena crisi: ci ho messo un po' a capire la natura della
sua agitazione. Il cucciolo non era lì vicino a lei. Abbiamo passato
sul divano qualche tempo, stretti l'uno all'altro, ad allattare la
civetta.

Poi tutto è passato.
Ma un giorno, saltando sul divano, si è ritrovata
davanti la civetta. Ho visto nei suoi occhi passare un'ombra; nel suo
sguardo, il ricordo di qualcosa, un'indefinibile senso di appartenenza
smarrita.

Non ha mai più giocato con quel pupazzo.

troglo - dita


dita nella penombra della caverna raccontano.

martedì 26 dicembre 2006

respiro


Sono appena nato. Ora respiro, datemi solo un attimo: giusto il tempo di rilassare i muscoli del torace.