martedì 8 settembre 2009
The Shadow Out of Time - H.P. Lovecraft
Dopo ventidue anni d'incubo e terrore, salvato solo dalla disperata convinzione che le mie sensazioni abbiano origine da un delirio, sono ancora riluttante a dire la verità su ciò che credo di aver scoperto nell'ovest dell'Australia la notte fra il 17 e il 18 luglio 1935. C'è motivo di sperare che la mia esperienza sia in tutto o in parte il frutto di un'allucinazione: le cause non mancherebbero. E, tuttavia, il suo realismo è tanto orribile che, a volte, sperare mi è impossibile. Se la cosa è accaduta veramente, l'uomo deve prepararsi ad accettare una concezione del cosmo, e del proprio ruolo nel vortice del tempo, la cui sola menzione è follia. Deve, inoltre, essere messo in guardia da un pericolo specifico e insidioso, che, sebbene non sia in grado di distruggere l'intera specie, può condannare alcuni dei suoi membri più avventurosi a esperienze mostruose al di là dell'immaginazione. È per quest'ultima ragione che imploro, con tutta la forza del mio essere, il definitivo abbandono di ogni tentativo di riportare alla luce le rovine degli edifici ignoti e primordiali che la mia spedizione ha tentato d'investigare. Se quella notte io ero effettivamente sveglio e sano di mente, la mia esperienza è tale che non può essere capitata a nessun altro uomo ed è la spaventosa conferma di ciò che più volte ho cercato di liquidare come un mito o come un sogno. Per fortuna non esiste nessuna prova, giacché nel terrore ho perduto l'oggetto spaventoso che - se reale e portato fuori dall'abisso - avrebbe costituito una testimonianza irrefutabile.
Per un volume illustrato di prossima uscita a cura di Studi Lovecraftiani.
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